Fondazione ANT Italia Onlus

Cerimonia di consegna premio di laurea “Prof. Franco Pannuti alla memoria”, promosso da Fondazione ANT

Si è tenuta nel pomeriggio di ieri, giovedì 28 novembre, la cerimonia di premiazione della prima edizione del bando promosso da Fondazione ANT Italia onlus per il premio di Laurea “Prof. Franco Pannuti alla memoria”, promosso in occasione dei 45 anni dalla fondazione di ANT.

Il bando ha assegnato un premio del valore di duemila euro al Dott. Francesco Bussei, laureato Unimore nel corso di Infermieristica (Modena) nell’anno accademico 2022/23, per la tesi dal titolo: “L’assistenza infermieristica spirituale nella persona in Cure Palliative. Indagine esplorativa sul significato di spiritualità e bisogno formativo”.

Hanno preso parte alla cerimonia, tra gli altri, il Prof. Michele Zoli, Presidente della Facoltà di Medicina e Chirurgia, la responsabile della raccolta fondi per il premio Stefania Pertusi e la delegata di Fondazione ANTper ModenaDott.ssa Maria Concetta Pezzuoli.

Fondazione ANT Italia onlus, nata a Bologna nel 1978, fornisce assistenza medico specialistica gratuita a casa dei malati di tumore senza alcun costo per le famiglie. In base alle risorse reperite sul territorio, ANT offre inoltre progetti di prevenzione oncologica gratuiti. Questi premi di laurea sono stati ideati per tenere vivo il ricordo della figura del fondatore di ANT Prof. Franco Pannuti, a quasi cinque anni della scomparsa, avvenuta il 5 ottobre 2018.

La seconda edizione del bando è già stata pubblicata ed è rivolta ai laureati Unimore dell’a.a. 2023/2024.

Durante la sua carriera il professor Pannuti, fondatore di ANT, ha formato un’intera generazione di oncologi, sia in ambito ospedaliero che per l’assistenza domiciliare – commenta Raffaella Pannuti, presidente di Fondazione ANT – con questo Premio di Laurea a lui intitolato abbiamo voluto idealmente portare avanti l’impegno verso la formazione di nuovi professionisti e, soprattutto, incentivare tra i più giovani la conoscenza delle cure palliative, anche domiciliari. C’è una cosa però che il professore sottolineava sempre e che oggi voglio trasferire a questi giovani professionisti: bisogna sempre saper infondere amore, i malati ci chiedono di non essere lasciti soli e di non soffrire”.