E il Terzo Settore resta l’ambiente più adatto per gestirla e potenziarla
Leggo questa mattina sulle colonne del Corriere della Sera di una ricerca internazionale sull’incidenza dei tumori nel mondo che, assieme alla preoccupazione, mi stimola alcune riflessioni.
“Senza azioni tempestive e i fondi necessari le previsioni non lasciano scampo: entro il 2050, 30,5 milioni di persone nel mondo riceveranno una diagnosi di cancro (con una crescita del 61% nei prossimi 25 anni) e 18,6 milioni ne moriranno (quasi il 75% in più)”. E’ questa la lapidaria conclusione che gli studiosi statunitensi del Global Burden of Disease Study Cancer Collaborators hanno posto in calce al loro ultimo studio pubblicato su The Lancet e condotto in 204 Paesi in riferimento a 47 tipi differenti di neoplasia.
Dietro a questi numeri tragici, che da tempo intravvediamo lavorando ogni giorno sul campo ma che messi uno in fila all’altro danno davvero i brividi, c’è ovviamente anche l’inesorabile invecchiamento della popolazione mondiale (solo poco meno del 10% dei quasi 400mila nuovi casi di cancro registrati ogni anno nel nostro Paese riguarda gli under 50, mentre il 39% interessa la fascia d’età 50-70 e il restante 51% colpisce ultrasettantenni), ma non solo.
La realtà, infatti, è che oltre il 40% dei decessi per cancro è legato a più di 44 fattori di rischio “modificabili”, ossia che possiamo (o potremmo) disinnescare in mille modi. Magari evitando il fumo, riducendo il consumo di alcol, facendo più attività fisica o non esponendoci al sole nelle ore più calde, giusto per fare qualche esempio. Quindi, in una parola, puntando le nostre fiches sulla prevenzione (primaria, quando si tratta di divulgazione in scuole e aziende, e secondaria, nel caso delle visite di diagnosi precoce), come ANT fa dai primi anni Duemila.
Senza affidarsi alla prevenzione, del resto, il pericolo di non riuscire ad intercettare per tempo patologie gravi è maledettamente concreto, in particolare se la Sanità pubblica arranca fra tagli draconiani, carenza di personale e dilatazione delle liste d’attesa. Ma la soluzione, o comunque parte della soluzione, esiste e si chiama Terzo Settore. Una realtà come ANT, con la sua solidità messa alla prova dal tempo e con l’affidabilità che quotidianamente dimostra ai quattro angoli del Paese può deve essere ogni giorno di più porsi come un partner cruciale per il SSN in sede non solo di gestione delle emergenze ma anche, e soprattutto, di programmazione e di riflessione su nuovi modelli di assistenza dei Sofferenti in fase avanzata e avanzatissima