Il giovane rapper avrà la protesi innovativa di cui necessita
grazie alla collaborazione tra le due fondazioni
Enrico, in arte Bubu, il ragazzo di origine nigeriane nato a Cento, operato al Rizzoli nel 2017 per un raro tumore osseo, ha bisogno di una nuova protesi ortopedica. La Fondazione Istituto Ortopedico Rizzoli, con il suo progetto Do.P.O.(Donazioni Protesi Ortopediche), ha raccolto l’appello di Ant, che ha da poco lanciato una raccolta fondi a favore di Bubu, per collaborare all’obbiettivo comune e raggiungere la cifra di 20.000 euro necessari per il nuovo ausilio che renderà la vita di Enrico un po’ più semplice.
“Non appena abbiamo appreso della necessità di Enrico di una nuova protesi e dell’impegno di Ant nella raccolta fondi per l’acquisto – spiega Federica Guidi presidente della Fondazione Rizzoli – abbiamo attivato il nostro progetto Do.P.O. istituto fin dalla nascita della Fondazione affinché i pazienti con necessità particolari possano accedere a protesi altamente tecnologiche ed evolute, sulla base di un progetto riabilitativo adeguato. Siamo molto felici di collaborare con la Fondazione Ant e contribuire a dare la possibilità ad Enrico di tornare ad una vita piena, alle sue attività e alle sue passioni.
La Fondazione crede molto in questo progetto e speriamo, dopo questa prima importante possibilità, di contribuire ad aiutare molti altri giovani e non solo a ritrovare le forze per superare gli ostacoli imposti da traumi o malattie”.
La Fondazione Rizzoli si è quindi impegnata ad aggiungere ai fondi raccolti dalla campagna di Ant, e alla quota coperta dal sistema sanitario nazionale, tutta la cifra necessaria per affrontare il costo del nuovo ausilio realizzato su misura per Enrico, dalle caratteristiche molto particolari. La campagna di raccolta di Ant è stata pertanto chiusa e dall’inizio di agosto i fondi saranno già disponibili per l’acquisto.
La protesi che attualmente utilizza Enrico è logora ed obsoleta e gli causa dolore fino a rendere difficile il cammino. Il nuovo ausilio sarà una protesi caratterizzata da articolazioni del ginocchio e dell’anca polifunzionali in titanio e a controllo idraulico, mentre il piede sarà in fibra di carbonio permettendo un consumo di minor energia da parte di Enrico e quindi la prevenzione di eventuali complicanze dovute all’affaticamento eccessivo nel movimento.
La protesi sarà prodotta da Ottobock Soluzioni Ortopediche di Budrio che si è anche impegnata a ridurre i costi del sistema protesico innovativo di Enrico del 22% rispetto alla cifra inizialmente preventivata.
La quota complessiva che le due fondazioni sosterranno sarà quindi di 10.500€.
“Ringraziamo di cuore Fondazione Rizzoli per aver aderito con grande generosità a questa iniziativa tesa, così come è nella nostra mission, a migliorare la qualità della vita di un paziente, Enrico, colpito dalla malattia oncologica in età così giovane – commenta Raffaella Pannuti, presidente di ANT –. Un grazie va anche ai tanti cittadini che hanno voluto contribuire con donazioni, rendendo davvero concreto il concetto di solidarietà, e all’azienda Ottobock che ha partecipato. È sempre emozionante vedere quali obiettivi, anche i più lontani, si possano raggiungere insieme: la forza della comunità e la voglia di rispondere ai bisogni delle persone fanno parte della nostra storia”.
“Quest’occasione – commenta Anselmo Campagna, direttore generale dello IOR – testimonia ancora una volta l’importanza della nascita di una Fondazione a fianco del nostro Istituto e della validità del progetto che a tutti gli effetti è diventato un indispensabile sostegno alle attività dell’ospedale e alla cura dei pazienti”.
Il progetto Do.P.O.
Diverse patologie di carattere ortopedico, e non solo, possono portare alla necessità di amputazione di arti o parte di essi. Il Rizzoli, da sempre, si prende cura di pazienti che necessitano di questo tipo di trattamento.
L’amputazione è di per sé un trattamento molto doloroso e con un forte impatto sulla persona che lo riceve, in particolare quando si tratta di giovani, bambini o persone che svolgono particolari attività, come ad esempio gli sportivi.
Poter accedere ad ausili adeguati rappresenta la possibilità di tornare ad una vita piena, alle proprie attività, alle proprie passioni.
A chi è rivolto il fondo:
Cittadini italiani assistiti dal Servizio Sanitario Nazionale che necessitano di un’integrazione per accedere a modelli più tecnologici
Cittadini extra europei con postumi traumatici o bellici
Pazienti giovani che necessitano di protesi ludiche per poter praticare attività sportiva
La storia di Enrico
Enrico da ragazzino era una promessa del calcio e credeva in un futuro con il pallone al piede. Poi un incidente in allenamento apparentemente non grave gli ha cambiato la vita perchè dalla radiografia risultò che la sua gamba era attaccata da un raro tumore osseo, un osteosarcoma. Bubu fu operato al Rizzoli, centro di riferimento nazionale per i tumori dell’apparato muscoloscheletrico, dal dottor Costantino Errani della Clinica di Ortopedia Oncologica quando aveva 17 anni. Non ci fu nessuna alternativa all’amputazione della gamba destra per salvargli la vita.
Da questo momento la vita di Enrico calciatore è finita ma è cominciata quella di Bubu rapper, l’atra sua grande passione. Poco dopo l’intervento la sua famiglia si trasferì a Londra ma dopo alcuni mesi lui tornò a Bologna: qui aveva i suoi legami, tra cui quello divenuto stretto con il dottor Errani. Con l’aiuto degli amici incise un pezzo rap con tanti riferimenti alla sua esperienza di ospedale. Nelle sue canzoni racconta la malattia, il dolore e la possibilità di superarla, per aiutare tanti ragazzi che si trovano nella sua stessa situazione e che dalle sue parole possono trovare forza e conforto.