Fondazione ANT premiata in Senato per l’impegno profuso nell’emergenza del 2020

Sabato 13 novembre, durante il XIX appuntamento di “Senato&Cultura”, rassegna realizzata dal Senato della Repubblica in collaborazione con la Rai per valorizzare le eccellenze italiane, il presidente di Fondazione ANT Raffaella Pannuti, insieme a una rappresentanza di volontari, ha ricevuto dal Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati il Premio Volontariato 2020 nella categoria Salute “Per l’attività di assistenza socio-sanitaria che da oltre quarant’anni la vede al fianco dei pazienti oncologici con interventi specialistici o di screening e cure domiciliari 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno – si legge nelle motivazioni del premio – Una attività che si è rivelata ancora più importante durante la pandemia, quando la Fondazione ha offerto un contributo determinante per garantire continuità alle terapie oncologiche.

I volontari: un esercito silenzioso, invisibile di persone che con la loro umanità e generosità hanno sostenuto il Paese dal punto di vista umano ma anche economico. Il loro lavoro corrisponde infatti al 4% del Pil. Essi hanno contribuito alla ripresa del Paese, nel segno di uno stare insieme che può diventare un patrimonio condiviso e collettivo, ha detto la presidente del Senato Casellati aprendo la cerimonia di consegna del Premio, da lei fortemente voluto e istituito nel 2019 per rendere omaggio ad associazioni e volontari italiani impegnati quotidianamente nel servizio agli altri.

È un premio che dedico in primis a mio padre, il Prof Franco Pannuti, un uomo di medicina e delle istituzioni, ma soprattutto un uomo che ha fatto della solidarietà la sua ragione di vita. Con la sua visione di una sanità a misura d’uomo ha precorso i tempi dando forma a un’idea all’avanguardia oggi attualissima e al centro del dibattito politico: fare della casa il primo luogo di cura – commenta il presidente ANT Raffaella Pannuti – Il 2020 è stato un anno che ha segnato inevitabilmente la nostra storia, come persone e come comunità. È stato un anno difficile per il senso di precarietà e di incertezza che ci ha pervasi. Eppure di quei giorni ricordo soprattutto l’abnegazione e la professionalità con cui i nostri medici, infermieri e psicologi hanno affrontato il quotidiano, in tutti i territori dove siamo presenti, con la consapevolezza di essere indispensabili per proteggere e tutelare le persone fragili dai contagi, senza mai far mancare loro le cure necessarie. Ricordo i volontari che da un giorno all’altro si sono trovati nell’impossibilità di proseguire le proprie attività di supporto ad ANT, ma che hanno comunque trovato il modo, caparbiamente, per dare il proprio contributo alla raccolta fondi con iniziative inedite e sfruttando al massimo le opportunità offerte dalla tecnologia. La precarietà di quei giorni lascia spazio ora alla speranza in un mondo migliore, più stabile e più consapevole. Oggi abbiamo bisogno di credere nella ripresa e, come ANT, vogliamo fortemente partecipare a essa in un’ottica di co-progettazione con le Istituzioni. Questi mesi di pandemia hanno evidenziato il ruolo strategico giocato dall’assistenza domiciliare nella rete di cura, così come il contributo fondamentale che enti del Terzo Settore come ANT possono dare al sistema sanitario nel suo complesso. Noi vogliamo continuare a farlo, rispondendo sempre con amore al richiamo della sofferenza, così come ci ha insegnato mio padre.