Dal 5 novembre sono esposti presso la sede ANT di Perugia 3 acrilici dell’artista bolognese Sergio Romiti (Bologna 1928-2000).
Le opere donate dalla vedova del celebre pittore sono state destinate alla sede di Perugia in ricordo della nipote Sandra Grassi, scomparsa nel 2018.
Le opere destinate alla sede dell’accoglienza di Perugia sono parte di un’importante donazione a favore dell’operato di Fondazione ANT Italia ONLUS voluta proprio dalla vedova Giovanna Grassi Romiti.
Dopo tanti slittamenti dovuti alla situazione epidemiologica, finalmente sabato 5 novembre, in forma intima, presso la sede di via da Palestrina i familiari della signora Grassi sono stati accolti dal gruppo ANT composto dal Delegato, sanitari e volontari per vivere un momento di ricordo e scoprire la targa in memoria di Sandra. L’incontro è stato toccante, momenti di silenzio e ricordi si sono susseguiti, di fronte alle tele di Romiti.
Il vissuto personale di Sandra, donna amatissima da tutta la sua famiglia e nota in città, si sono incrociati con i racconti di assistenza medico domiciliare che i nostri sanitari realizzano nel territorio umbro.
La targa recita:
Opere di Sergio Romiti (Bologna, 14 aprile 1928 – Bologna, 12 marzo 2000) donate da Giovanna Grassi Romiti in memoria della nipote Alessandra Grassi (Bologna,12 luglio 1951 – Perugia, 14 settembre 2018) che, come i malati oncologici assistiti da ANT, ha conosciuto la radicalità della malattia, vivendone l’esperienza in modo esemplare. I Familiari tutti, in particolare il marito Franco e i figli Mattia e Claudia, ne danno testimonianza, ricordando l’amata Sandra (5 Novembre 2022).
Quelle opere, quei neri e quel colore di Romiti, d’ora in avanti ricorderanno che, di qualunque malattia si soffra, l’importanza di dignità e qualità della vita rimane fondamentale per ogni individuo, fino all’ultimo istante.
Biografia
Nato a Bologna nel 1928, Sergio Romiti, già nel 1946, si dedica alla pittura. Il suo ingresso nella vita artistica risale al 1947, mentre il suo definitivo battesimo artistico al 1948 quando espone alla Prima Mostra Nazionale d’Arte Contemporanea a Bologna. Mostra importante perché vi partecipano tutti gli artisti della generazione di mezzo (Birolli, Guttuso, Cassinari, Corpora, Afro, Santomaso, Vedova, Mirko, Fazzini, Minguzzi). Nel 1951 allestisce la sua prima mostra personale alla storica galleria Il Milione a Milano presentato da Francesco Arcangeli. Nello stesso anno espone a Parigi e viene invitato alla 1’ Mostra “Pittori d’Oggi, Francia – Italia” a Torino a cura di Luigi Carluccio. Nel 1952 espone a Parigi con una mostra personale presentato da Marco Valsecchi. Nello stesso anno viene invitato, con un gruppo di cinque opere, alla XXVI Biennale di Venezia, dove ottiene dalla Giuria Internazionale il “Premio Ferrania”. Partito da un neopicassismo personalissimo, Romiti risente del codice espressivo e poetico del suo concittadino Giorgio Morandi.
Artista di intima interpretazione, la sua pittura è estremamente coerente a se stessa senza avere pretese né realiste né astrattiste.
L’oggetto dipinto, spesso preso dal quotidiano, diventa un pretesto, un colloquio intimo, una metafora.
L’oggetto viene filtrato, distillato e ben presto si scarnifica in un processo quasi ossessivo di interiorizzazione. Tanto che la struttura si perde, la distinzione oggetto-sfondo inizia a essere meno netta. La sottrazione riguarda anche i colori tanto da approdare nel 1960 al bianco e nero. E’ il percorso che in parallelo hanno approfondito in ambito letterario i poeti Ungaretti e Montale. Un Autore che può rientrare a pieno titolo tra i grandi protagonisti del Novecento italiano.