Concerto L’800 in Musica a Bologna

Auditorium Manzoni - Bologna

Un viaggio con parole e musica attraverso i cori di Wagner e Verdi.

Una data speciale quella del 15 maggio 1978 quando nasceva a Bologna, per volontà del professor Franco Pannuti e di altri dodici volontari, Fondazione ANT, oggi uno dei punti riferimento in Italia per le attività gratuite di assistenza medico-specialistica domiciliare ai malati di tumore e di prevenzione oncologica.

Grazie al sostegno del Comune di Bologna, che ha concesso gratuitamente gli spazi insieme al Teatro Comunale, il 26 maggio ore 20.30 all’Auditorium Manzoni (via De’ Monari, 1/2) ANT celebrerà il suo 44° compleanno con una serata dal titolo L’800 in musica a Bologna – Un viaggio con parole e musica attraverso i cori di Wagner e Verdi. .

La serata, resa possibile grazie al prezioso coordinamento e all’organizzazione di Marisa Dal Todesco, è un viaggio unico composto di parole e note attraverso i cori di Wagner e Verdi, eseguiti dal Coro e Strumentisti della Cappella di S. Maria dei Servi diretti dal maestro Lorenzo Bizzarri, il tutto accompagnato dalla voce narrante del professor Piero Mioli.

Il coro e strumentisti della Cappella di S.Maria dei Servi

Il Coro e la Cappella Musicale Arcivescovile dei Servi sono istituzioni ormai storiche a Bologna che affondano le loro radici addirittura nel XIV secolo. Rinata nel 1933 sotto la guida di p. Pellegrino Santucci principalmente per il servizio liturgico presso la Basilica di Santa Maria dei Servi, ha presto ampliato il repertorio con le opere dei più grandi compositori. Dal 2002 la cappella è diretta dal maestro Lorenzo Bizzarri che ha proseguito nel solco tracciato da p. Santucci, ampliando ancora il repertorio con grandi opere complete.

Il Maestro concertatore e direttore Lorenzo Bizzarri

Diplomato di direzione d’orchestra (Conservatorio di Parma, 2007) il maestro è dal 2002 il direttore di coro e orchestra della Cappella Musicale Arcivescovile “Santa Maria dei Servi” di Bologna.

La voce narrante il professor Piero Mioli

Insegnante di storia della musica al conservatorio di Bologna, accademico filarmonico di Bologna e collaboratore di varie riviste e conferenziere. Si occupa in particolare del teatro d’opera, della vocalità classica, della cantata e della romanza da salotto, della musica a Bologna e delle sue istituzioni attraverso i tempi.

Il ricavato della serata andrà a favore dell’assistenza domiciliare medico-specialistica dei malati di tumore e dei progetti di prevenzione oncologica gratuiti di Fondazione ANT

Si ringrazia per il sostegno Galleria Fondantico di Tiziana Sassoli, JMA Wireless Teko Telecom, Bologna Fiere, Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bologna, Fondazione dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bologna, Lavoropiù e Tridente Consulting.

Con il patrocinio di Comune di Bologna e Teatro Comunale di Bologna.

Programma

G. Verdi, Nabucco
Va, pensiero

R. Wagner, Lohengrin
Lieti e fedel

G. Verdi, I lombardi alla prima crociata
O Signore, dal tetto natio

R. Wagner, Tannhäuser
Rivedo al fin la mia patria adorata

G.Verdi, Ernani
Si ridesti il leon di Castiglia

R. Wagner, L’olandese volante
Ronza e fischia

G. Verdi, Aida
Gloria all’Egitto 

R. Wagner, Parsifal
Nell’estremo suo convito

Bologna canti oggi
come cantava allora

È un tuffo nel grande mare della vecchia cultura, civiltà, constumanza cittadina, questo del 26 maggio 2022. Vecchia di un secolo e mezzo, non abbastanza per esser definita proprio antica, ma per questo ancora viva, sensibile, forse, almeno un po’, già moderna. Il concerto che sorte da un singolare rapporto fra la Fondazione ANT e la Cappella Musicale Arcivescovile dei Servi comprende bella musica, senza dubbio, ma della bellezza e dell’arte dei suoni non si appaga affatto. L’estetica non è tutto, in altre parole, e al suo fianco compaiono fenomeni come la storia, lo spettacolo, la letteratura, la cronaca, il giornalismo, la parola, l’aneddotica; e ovviamente, al centro ponendosi una realtà come l’Assistenza Nazionale Tumori, la beneficenza.

Quando l’ANT nacque, nel 1978, davvero Bologna compiva il secolo di certa sua specifica passione musicale: era stato negli anni Settanta dell’Ottocento che il Teatro Comunale aveva fatto conoscenza con la drammaturgia di Wagner, dal Lohengrin al Tannhäuser, non senza l’Olandese volante (detto anche Vascello fantasma) e in vista di un futuro chiamato Tristano e Isotta e Parsifal. Né era una conoscenza solo personale, perché allora l’Italia non aveva ancora visto un’opera di Wagner che fosse una, e solo dopo l’intraprendenza bolognese cominciò a guardarsi attorno e a cercare di fare altrettanto. Bologna wagnerofila? Certo. Bologna antiverdiana? Giammai. Pochi anni prima del fatidico Lohengrin (1871) il Comunale aveva portato al trionfo quel Don Carlos (1867) che a Parigi era andato così così; e prima aveva subito preso atto dei successi milanesi, veneziani, romani della parallela drammaturgia verdiana.

Ecco qua, dunque, il nocciolo del concerto: recuperare la memoria di quei giorni esaltanti, quando il sindaco, la giunta, le maestranze, i direttori, gli orchestrali, i coristi e soprattutto i bravi bolognesi da sempre fidanzati con la musica costruirono una cordata che permise l’evento, anzi la serie di eventi. L’antica Bologna, insomma, si sposò con il moderno Teatro d’opera. E lo dobbiamo lasciar lì, quel fausto matrimonio? Non lo dobbiamo riconoscere un po’, riadoperare in tristissimi anni di emergenza sanitaria e tragedia geopolitica, richiamare al mondo quanto basta perché serva alla più nobile delle beneficenze? Dobbiamo.

Era il nocciolo, ora la scorza. Musica sì, questa sera, ma scena no: necessariamente, la scelta del programma è caduta su alcune pagine di quelle opere famose e benemerite, grandi pagine corali spazianti dai titoli e dai capoversi più noti (cominciando dal Nabucco) ad altri meno noti che vengono eseguite senza costumi, senza fondali, senza quinte. Ma i testi, se sono quelli d’origine nel caso italianissimo di Verdi, non sono quelli che Wagner aveva intonato in tedesco: Bologna li sentì e li fece sentire in italiano, e i Servi questo fanno e anzi rifanno, traducendo e facendosi meglio capire. In assenza di un vero e proprio grande teatro, anche la lettura delle musiche si permette la sua disinvoltura: oggi il Manzoni di Bologna è lontano migliaia di miglia dal Festspielhaus di Bayreuth; e se manca di quella formidabile cornice, una sua cornicetta se l’è voluta creare appositamente. Fra un coro e l’altro, dunque, ha deciso di inserire delle parole, dei ricordi, delle semplici chiacchiere, degli informati riferimenti a quelle recite d’opera e ad alcuni particolari che intanto costituivano la vita, la quotidianità, l’umore o meglio gli umori di una città inevitabilmente alquanto diversa da quella odierna. Quando, due esempi fra i tanti, si pubblicava una rivista satirica intitolata «Ehi! ch’al scusa» e via Ugo Bassi si chiamava Volta de’ Pollaroli.

Sono pochi spunti, questi, che possono moltiplicarsi nel corso del concerto stesso, divertendo (alla lettera, di-vertire, di-strarre) dalla bella serietà della grande musica di Verdi e Wagner. Per ora, prima del concerto, qualche doverosa e peraltro gradita menzione: la Cappella Musicale Arcivescovile dei Servi, regolata da un vigile direttivo e qui impersonata dal suo sottoscritto presidente (che essendo storico della musica si fa carico delle chiacchiere e dei riferimenti citati), ringrazia per la fervida occasione anzitutto l’ANT, la sua presidenza, il suo staff, i suoi diversi collaboratori; poi l’Auditorium Manzoni, che nel primo Duemila rappresenta degnissimamente il Teatro Comunale del pieno Ottocento.

Gloria, gloria all’Egitto, come si canta sempre nell’Aida. E come si canta questa sera a Bologna, gloria sempiterna a “cittadini” come Giuseppe e Riccardo.

Piero Mioli

Ricordiamo l’obbligo di mascherina FFP2 da indossare in sala durante il concerto.

Contatti :
Emil Camera 342 6079179 | emil.camera@ant.it

Martina Salucci 342 8823022 | martina.salucci@ant.it