“La resilienza è starvi accanto” è il titolo di un progetto sviluppato durante questi mesi di pandemia grazie al supporto di Gilead per Fondazione ANT. Durante questo periodo di crisi, ANT non si è mai fermata e gli psicologi della Fondazione hanno continuato con grande professionalità e forza d’animo la loro missione, sia a favore dei nostri malati assistiti e dei loro caregiver che rendendosi disponibili ad effettuare colloqui telematici con cittadini bisognosi di un supporto.

Vi presentiamo la testimonianza di Anna, psicologa ANT impegnata nel progetto.

  • Che cosa vuol dire per te essere una psicologa per ANT? È un privilegio!  Ed è un modo di essere psicologa diverso: di solito è il paziente che va nello studio del professionista: qui in ANT siamo noi che fisicamente entriamo nelle loro case, nei loro spazi e questo in qualche modo accorcia le distanze: certe cose così non hai bisogno di raccontarle, sei già lì, sei immerso a 360° nella vita del paziente. È molto coinvolgente e stimolante.
  • In questi mesi di pandemia, è cambiato qualcosa nella percezione dei nostri pazienti o caregiver e nei loro stati di ansia o solitudine? Sì, in alcuni pazienti è aumentato il timore e l’ansia rispetto alla propria condizione, in effetti molti caregiver hanno sviluppato ansia rispetto alla possibilità di portare il Covid a casa dal loro caro. In questo periodo, sia i pazienti che i caregiver sono stati molto attenti a non avere contatti esterni e questo elemento ha portato sicuramente a un impatto anche di tipo emotivo: quando l’unico contatto che puoi avere con il mondo esterno è una carezza o una stretta di mano e questa ti viene tolta è molto impattante.
  • Abbiamo attivato anche il sostegno psicologico telefonico durante i periodi di lockdown: che esperienza è stata, chi ti ha chiamato prevalentemente cosa cercava nel supporto psicologico? Chi chiama prevalentemente ha bisogno di rassicurazioni. Si tratta prevalentemente di anziani, che vogliono avere qualcuno con cui confrontarsi per capire meglio la situazione di pandemia e avere informazioni (ad esempio anche sul corretto uso dei DPI). Hanno chiamato anche cittadini in stato di ansia: il nostro compito in questo caso è legittimare il loro sentimento, che sia rabbia o panico, per prevenire il rischio sia di depressione o panico che di contagio, visto che molti necessitano di rassicurazioni sull’uso dei DPI.
  • C’è un aneddoto o una esperienza che come psicologa ANT in questi mesi di pandemia ritieni particolarmente significativa da raccontare? Il legame che si crea con i nostri pazienti è molto forte. Durante la pandemia, una delle mie pazienti con cui mi sentivo telefonicamente si preoccupava sempre per me: non mancava mai di chiedermi come stavo, se ero al sicuro, se la mia famiglia stava bene. Questo esempio è segno dell’importanza che assume la relazione con i nostri pazienti, che crea un legame molto forte che dà tanto non solo al paziente, ma anche a noi operatori.

Per saperne di più: https://ant.it/cosa-facciamo/assistenza/la-resilienza-e-starvi-accanto/

Si ringrazia GILEAD per il supporto offerto alla realizzazione di questo progetto.